Esercizi (quasi) d’amore
“Oggi ragazzi parliamo d’amore”
Di solito di fonte a questa affermazione si ottengono due tipi di reazioni: le ragazze alzano gli occhi al cielo con aria sognante o si fanno rosse in viso, mentre i ragazzi si guardando tra di loro facendo l’occhiolino o fingendo disinteresse. La verità è che a quindici/sedici anni le questioni sentimentali diventano il centro nevralgico degli equilibri di un gruppo classe e degli studenti stessi.
“Prof. sa che loro due stanno insieme? I cinesi si fidanzano sempre tra di loro”
Il passo successivo è far loro capire che non vuoi sapere chi sta con chi, ma che speri di proporre un argomento che alleggerisca un pomeriggio di grammatica.
“No prof io non voglio parlare d’amore. Sono stato costretto a lasciare la mia ragazza perché alla mia famiglia non piaceva la sua, sa in Romania queste cose sono importanti”
“E tu non hai provato a convincere i tuoi genitori? Questa storia mi ricorda tanto quella di Romeo e Giulietta”
“No prof! A me ricorda che l’amore non ha senso se poi finisce.”
Ovviamente è inutile cercare di dire che capiterà loro di innamorarsi molte volte, perché in quei momenti brevi ma intensi il dolore sembra insuperabile.
La discussione si fa sempre più interessante quando entra quello che a detta delle ragazze è il più bello della classe.
Entra senza penna e senza quaderno, con le mani in tasca.
Va a sedersi seguito da un coro di sguardi attenti puntati su di lui.
Cerco di catturare nuovamente la loro attenzione per proporre una canzone con la quale introdurre l’argomento, scelgo “Cratere” di Frah Quintale.
Il gruppo degli studenti cinesi mi fa notare, ancor prima di aver sentito la nota iniziale, che la musica italiana è troppo “tunz taz”, cioè “tamarra” tradotto con una parola meno onomatopeica.
Faccio partire la canzone e vedo i loro occhi attenti scorrere sul testo.
Dopo aver fatto i canonici tre ascolti, chiedo loro un parere e riesco a strappare un timido apprezzamento ma nessun commento appassionato.
Allora decido di proporre un esercizio che mi era stato insegnato dal Prof. Baloni e inizio a scrivere la struttura alla lavagna:
- Dividersi in coppie
- Ogni coppia scrive 2 aggettivi, 3 verbi e una frase che riguarda il tema dell’amore
Vedo Cai Jin girarsi verso il cugino e chiedere l’unica parola in cinese che sia riuscita a imparare ovvero Shénme che significa “Che cosa?”
“Questo esercizio ci serve per provare a scrivere una poesia di gruppo” dico mentre distribuisco un foglietto ad ogni coppia.
Iniziano a scrivere, li vedo alzare gli occhi e fissare un punto imprecisato nel vuoto in cerca di ispirazione mentre qualcuno apre il dizionario.
Dopo un quarto d’ora circa mi consegnano i foglietti piegati in quattro e scrivo alla lavagna tutti gli aggettivi, i verbi e le frasi raccolte.
Proviamo a scegliere democraticamente i migliori e assemblare finalmente la nostra poesia.
Amore
Dolce, egoista.
Innamorarsi, volersi bene, litigare.
Mentre io faccio la lotta con il tuo amore.
Al termine della lezione chiedo loro in che modo avrebbero festeggiato San Valentino e uno di loro mi risponde: “Vede San Valentino è più o meno uguale in tutto il mondo, ma i modi di amare sono diversi”.
Alessandra Nucci